Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti.

Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti. Dallo sciamanesimo alla «caccia selvaggia»   di Emanuela Chiavarelli, ed. Bulzoni 2007, Roma

vaso etrusco
Pittura vascolare etrusca, Italia, VI secolo a.C., immagine da “Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti”

Caccia selvaggia, sabba, morti che dilagano periodicamente, eserciti di spiriti volanti, emergono da questa appassionante indagine come retaggio di una primordiale forma di magia religiosa imperniata sul culto di un ‘arcaica Diana, signora della selvaggina, della Ruota dell’Anno e del computo calendariale.  È lei a gestire vita e morte, luce e tenebre, polarità radicali grazie al cui scontro si attiva il “gioco” del divenire.

Il mistero si dipana e si chiarisce nelle sue sfaccettature sulla base di uno studio comparativo ad ampio raggio, ricco di sorprese.signora degli animali

Herlequin – futuro Arlecchino e guida della schiera ferale – si dimostra, così, erede di Erlik Khan, potente dio sciamanico delle antiche culture venatorie, doppio di Lucifero, mentre il sabba assume la sua originaria connotazione di rito misterico, indirizzato a rigenerare il tempo permettendo agli accoliti di uscire dalla storia e di contattare la dimensione paradisiaca che pre edette la “caduta”.

copertina di "Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti. Dallo sciamanesimo alla «caccia selvaggia»"

Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti. Dallo sciamanesimo alla «caccia selvaggia»